da Zia Lucilla, per Caterina e Martina
Protagonisti | |
Maria Piccinich | tris-nonna |
Matteo Verbas | tris-nonno |
figli: Pierina, Riccardo, Maria, “Lino” (Nicolò) | |
Maria Verbas | bis-nonna |
Simeone Marcev | bis-nonno |
Armida Marcev | nonna |
Lucilla Marcev | prozia |
La trisnonna Maria Piccinich convolò a giuste nozze con Matteo Verbas a Lussinpiccolo, ivi abitanti con e famiglie d’origine.
Matteo ebbe un’offerta di lavoro al Cantiere Navale “San Rocco” di Muggia. Accettò l’offerta e , sposi novelli, si trasferirono a Muggia.
Abitavano in un appartamento nella casa dei Sigg. Frausin, al porticciolo, originari da Veglia, noti osti dell’epoca.
La trisnonna Maria Piccinich Verbas era in dolce attesa e, come si usava allora, il parto avveniva nella propria casa.
Era circa il 1900. Giovane ed inesperta, decise di andare a partorire a Lussino, tra i suoi famigliari. Nacque così Pierina; dopo un mese ritornarono a Muggia da papà Matteo.
L’anno dopo la dolce attesa si ripetè e la trisnonna Maria fece bagaglio e con Pierina piccola andò a Lussino per partorire a casa dai Suoi.
Nacque Riccardo e dopo un mese ritornarono a Muggia da papà Matteo.
Quando nel 1904 la dolce attesa si ripetè, la trisnonna Maria decise di partorire a Muggia, dove nel frattempo si era fatta qualche amicizia.
Le era molto vicina una signora “Cate” che aveva un negozio di generi alimentari con forno per il pane, situato in Contrada Grande vicino alla Porta Antica, adiacente all’attuale rivendita di giornali.
Il 30 giugno 1904 nacque Maria, mamma di Armida e Lucilla, vostra bisnonna. La signora Cate le fu madrina di battesimo e così l’amicizia di rafforzò sempre più.
Gli anni passavano, i figli crescevano e tutti erano ormai ambientati quando, altra dolce attesa, nacque il 19 luglio 1910 Nicolò (zio “Lino” di Genova, padre di Claudia).
Perciò erano: Matteo, Maria con Pierina, Riccardo, Maria e Lino.
Bisognava darsi da fare aiutare in casa, economizzare, per poter campare con dignità.
Nel 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale e purtroppo il trisnonno Matteo fu richiamato per andare a combattere da austriaco contro gli italiani.
Dal campo di battaglia non ritornò mai più: mori a Lubiana per un’epidemia di tifo petecchiale diffusosi tra i soldati denutriti e sporchi perché costantemente in trincea.
Intanto tra i civili si diffondeva la tubercolosi polmonare della quale si infettò Pierina che morì all’Ospedale Maddalena. Riccardo, bravissimo a casa e a scuola, frequentava l’Istituto Nautico di Trieste, e finita la scuola andò a navigare, ma riuscì a fare solo due viaggi, dopo di che si ammalò di polmonite che poi si rivelò essere tubercolosi. Purtroppo!
La trisnonna Maria, disperata al massimo, decide di ritornare a Lussino tra i famigliari dove trova aiuto e calore.
Dopo infinite cure Riccardo a vent’anni muore.
Intanto, oltre alla tubercolosi che fa un’infinità di vittime soprattutto tra i giovani imperversa anche la “febbre spagnola”, un’epidemia che porta la morte alle figlie Mery ed Ersilia, della sorella della trisnonna Maria.
Nel giro di 24 ore muoiono tutte e due.
Mery era la prima moglie di Simeone ed era al settimo mese di gravidanza. Tragedia su tragedia. Sono ora sepolti tutti e tre, anzi quattro: Mery, il piccolo, Ersilia e Riccardo nella tomba n. 87 a Lussino. E’ insieme anche la mamma di Mery ed Ersilia.
Mia mamma, la vostra bisnonna, a 18 anni sposa mio papà Simeone e per fortuna vivono d’amore e d’accordo, hanno una bella casa, un lavoro sicuro anche se di sacrificio. Nascono Armida e Lucilla e sembra che la burrasca sia ormai finita.
Non è così perché scoppia la Seconda Guerra Mondiale e arriva Tito.
Il sistema cambia, la lingua tre, ci sono difficoltà di ogni genere per cui la cosa migliore e necessaria è di lasciare tutto e di andare via. Purtroppo!
Durante la guerra le navi mercantili subiscono danneggiamenti di ogni tipo: siluramenti, bombe, mine e colano a picco una dietro l’altra.
Papà Simeone trova l’imbarco su un vaporetto che, militarizzato, deve dragare le mine nel golfo di Taranto.
Alla fine della guerra il vaporetto viene riconsegnato al Comune di Muggia per svolgere il suo normale servizio di collegamento tra Trieste e Muggia. La prima partenza era alle 5 e mezza del mattino da Muggia per Trieste perciò era assurdo e impossibile abitare a Trieste; gli autobus non esistevano e le gente usava il vaporetto.
Perciò abbiamo piantata casa a Muggia.
Mia mamma Maria ha ritrovato le sue amicizie di quando era bambina e adolescente; la trisnonna Maria ha ritrovato la signora Cate, la Santola, che l’aveva aiutata e sostenuta nelle difficoltà e che non ha mai finito di ricambiarle stima, gratitudine e affetto.
Papà Simeone era innamorato di Trieste dove aveva tanti colleghi e vari amici che incontrava al Caffè Tommaseo sulle Rive, ma ha accettato di sistemarsi a Muggia pur di vedere serene la moglie e la suocera buona e affettuosa sempre.
Questa è la storia del nostro “collegamento” Lussino – Muggia.